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sabato 19 aprile 2025

Libro



Le storie hanno il potere di lasciare un segno, di farci riflettere, di accompagnarci in un viaggio che va oltre le pagine. In cammino con TIA è una di quelle storie.
Se vuoi immergerti in questa narrazione, puoi acquistarlo qui:
Lasciati trascinare dalle parole, vivi questa esperienza. E se ti colpisce, passa parola. Perché le storie meritano di essere condivise.
Buona lettura!

 

giovedì 17 aprile 2025

In cammino con TIA


E' nato si dice...era una canzone di P. Bertoli, poi l'hanno crocifisso.

Questo libro racconta storie, cuntarejia, alcuni già presenti nel blog.

Salute e felicità.
 

mercoledì 5 luglio 2023

Albero della vita

La storia ha una data precisa 1800 e un paese, San Sostene, paesino sul versante jonico delle serre,
più indietro non è possibile andare, mancano date e dati.


In quell’anno, viene alla luce  Gregorio Capano, a 20 anni sposa Teresa Gualtieri nel 1820;
dalla loro unione nasce sicuramente Domenico Antonio, il quale sposa il 17 febbraio del 1855  Procopio Barbara.
Da qui la storia è più leggibile:  generano 6 figli/e come da piantina, i due maschi, Vincenzo e Gregorio, li troviamo negli anni successivi rispettivamente  a Vibo valentia e Dasà, emigrati?..
non credo visto che possedevano ‘u castanitu, segno di agiatezza...
e allora quale altra ragione li ha spinti a lasciare il loro paese?.. non ci è dato sapere.
Visto i geni che hanno tramandato, ho immaginato questa storia...
Otello Prefazio…a sua insaputa:-).. mi ha dato una mano.  
Fratelli di GC:



sabato 9 giugno 2018

Sogno avverato


Sogno  avverato

In TIA dico...ti palesasti...nto sognu avveratu...

racconto la storia, u cuntariajiu.

Mia madre, giunta all' età di 43 anni,
 si preparava per quella fase della vita che va sotto il nome di menopausa, e per regolarizzare questo processo,
era andata dal suo medico curante che gli aveva prescritto una cura a base di ormoni... 
mentre effettuava questa cura, una notte fa un sogno…
sogna, sogna... 

 ...era di ritorno dalla campagna, e all'ingresso del paese, 
sente le campane suonare a lutto,
vede delle donne vestite di nero che salgono in una casa,
segno evidente di un lutto.  
Lei, donna di doveri,  decide di seguirle,
e giunta dentro questa casa, chiede chi è morto, 
a chi deve fare le condoglianze… chi erano i “dolienti”  insomma…

cosa strana … che non c'era nessuna bara... 

 Le si avvicina una donna alta magra, vestita di nero, si gira stizzita e
gli dice: a tia.
a me? risponde lei imbarazzata, o focu miu,
si, proprio a tia…
'ndai  na fimmanejia… e la stai ammazzando...

A questo punto finisce il sogno...
 si sveglia di soprassalto… sveglia mio padre e gli racconta il sogno appena fatto.
Lui reagisce male, scettico come era, anzi la rimprovera perché lo ha svegliato in piena notte per un sogno, e poi  fra poche ore dovevano alzarsi per andare a lavorare in campagna.
Lei, si alza e la prima cosa che fa, è prendere le medicine e buttarle nella spazzatura....
va da sua madre e gli racconta il sogno...
Sua madre gli consiglia di stare zitta, altrimenti la prendono per pazza,
vista l'età che ha... 
Quando viene chiamata per fare la solita puntura di ormoni, rifiuta decisa.
Vivendolo come peccato, va a confessarlo al prete, che invece la rassicura.... sarà il bastone della vecchiaia, Le dice...
qualche mese dopo va all'ospedale, fa le analisi e gli confermano che è incinta...incinta di una femminuccia. 
quando poi è venuta alla luce la bambina, le infermiere la portano in giro per il reparto a mo' di trofeo... dicendo...guardate quanto è bella a figgjia da vecchjia.
oggi è quasi normale partorire avendo superato i quaranta, ma allora era eccezionale… straordinario e per niente scontato l'esito.

Morale

mi ritrovo una sorella,  figlia di un sogno...strano ma vero.

mercoledì 14 febbraio 2018

Mamma

'Mmaculata 

Cresciuta fra stenti e affanni nei capanni,
amari quegli anni.
Eri una bella figghjola,
U pezzaru, ti ha messo le lenzuola.
Niente avevi, ma lo socializzavi.
Latinni, cuore generoso, doveroso, orgoglioso.
Dare la vita, tutte le donne lo sanno fare,
Darla due volte è speciale.
Adesso, dove sei, stai meglio...
Cc'è a nonna Maria,
Cc'è a nanna Fratea,
Cc'è a zia Veneranda,
Cc'è a...
In montagna ti accompagnavo per quel sentiero...
adesso ti dedico questo pensiero.

               




IL GALLO 


Mia madre mi ha spesso raccontato che io ho tutto il suo sangue, sangue latinno, in virtù di una trasfusione che mi è stata praticata all'età di 9 mesi. Non ricordo nulla ovviamente, ma, tuttora ne porto il segno.
E' successo che in quella epoca, siamo nel '56, la mortalità infantile era altissima, si moriva per malattie che oggi si curano tranquillamente con una pillola;
insomma ero sul punto di morte anzi avevano già allestito la piccola bara, il dottore aveva detto che non c'era più niente da fare, ero spacciato, avevo il sangue infetto, e quasi per consolare Mia Madre,
Inzitari, questo il suo nome, le dice che si poteva tentare una trasfusione, ma le probabilità di sopravvivenza erano ridotte al lumicino, che non ne valeva la pena di tentare, insomma ero più di là che di qua.
Mia madre, cuore generoso, non si è arresa, ed ha voluto tentare comunque, nonostante il dottore continuava a sconsigliarla, e così si è proceduto alla trasfusione.
Dopo, il dottore Le dice che se riuscivo a superare le 36 - 48 ore c'era qualche possibilità di sopravvivenza, ma conveniva comunque preparare la bara.
Nella casa del dottore, cominciano a passare le prime ore, i parenti s’alternavano, le notizie si bisbigliavano, fra alternarsi di pianti, disperazione e qualche parola di speranza di conforto;
fatto sta che respirando a fatica, riesco a passare il periodo critico, comincio, molto lentamente, a muovermi, a dare segni di vita, insomma sono ancora qui a raccontarla.
Passati alcuni giorni e ormai invertita la tendenza della morte con la vita, i Miei, per ringraziare il Dottore per la riuscita dell’operazione, decidono di fargli un regalo.
”Sdebitarsi” coi dottori poi...pagare in natura...vista la scarsità di moneta.
Avevano in campagna un piccolo allevamento di pollame, dove ci sono galline, i galli non mancano...
uno in particolare... era maestoso adatto all'occasione.
Mi raccontava mia Madre che aveva un modo di fare il chichirichì davvero superbo, maestoso,
così, dopo molte discussioni se dovevano portarlo vivo oppure morto, optano per portarlo vivo, è più gradito pensano... e così la mattina successiva al ritorno dalla campagna, dismessi gli abiti da lavoro e indossati quelli della domenica, s’incamminano verso la casa del dottore con il gallo in mano;
iI dottore era occupato con altri pazienti, ma saputo di che si trattava dalla servente, è sceso, e chiedendo notizie del “redivivo” ha fatto lasciare il gallo alla donna di servizio;
ringraziato ancora per quanto aveva fatto per me, i Miei se ne ritornano a casa contenti e soddisfatti.
Nel pollaio le galline certamente sentivano la mancanza del "capo" di quel suo canto altisonante,
ma come si fa a spiegare loro che era stato sacrificato per una causa nobile!??
La sera mentre si accingevano a cenare, mia madre sente un rumore provenire dalle scale e allarmata,
chiama mio padre, pensando a qualche intruso, così piano ed in silenzio, scendono insieme nel “catuajiu”
una specie di ripostiglio dove c’era di tutto, dal vino alle olive, alla legna, finanche le galline,
ciascuno nel proprio spazio.. accendono la luce e...con grande sorpresa vedono lì in mezzo un intruso...
ma con fare famigliare.... Era il GALLO!!! , il "loro" gallo, bello, maestoso, sembrava il ritorno del guerriero. Come mai è ancora qui? Si chiedono preoccupati, come sarà arrivato? chi l’ha portato? e soprattutto, adesso che fare? Riportarlo indietro è stato il loro primo pensiero, il dottore lo meritava, anche se in tutta onestà, non aveva certo bisogno del loro gallo, onesti come erano fino all'inverosimile; poi mia madre da buona pragmatica e fatalista, dice che se era tornato, era segno che il destino aveva deciso così, e che quindi doveva rimanere lì, ma nessuno lo doveva vedere, per non sembrare uno sgarbo nei confronti del Dottore, quindi la sofferta decisione: lo si teneva lì ancora per quella notte, essendo ormai tardi, ma all'indomani, alle prime luci dell’alba al maestoso gallo si sarebbe fatta la festa.
Questo episodio, raccontatomi spesso nel corso degli anni, mi ha sempre fatto pensare di essere fortunato e di avere la sensazione di poter/dover vivere a lungo.
Mi dico sempre, se dovevo morire presto, quale meglio occasione di quella?
c'era già la bara pronta.



sabato 2 dicembre 2017

Donne, ma anche danno.


Questa settimana attuo lo sciopero borsistico..
tanto non c'è niente di cambiato..o poco.

Guccini, amico mio..fammi compagnia che devo scrivere  delle "mie" donne.
L'ultima..l'attuale, pochi mesi fa voleva andarsene..
non mi sopportano + di 5 anni..
anzi, x chi arriva, andrebbe data la pensione anticipata:-)
non è facile stare con me.
A volte non mi sopporto neanche io!!!
Alla richiesta del perchè, mi ha detto che noi parliamo poco...
ok..problema..soluzione..sabato si parla...
ho provato a parlare..."stai zitto" è stata la sua risposta!!!
azz..però è 'na brava guagliuna..paesana..cosentina come #peppevoltarelli.
sono i calabresi del nord..+ vicini ai napoletani, non parla il dialetto..non capisce il mio dialetto,
non sopporta Mimmo Cavallaro..a lei questa non piace
piace a me.
Dovendo parlare delle donne importanti, essendo l'ultima, è la più importante.
"paraculo fino in fondo"..direbbe Guccini..il mitico..il compagnone.
Ricordo quando .."Gori"..alle 4 di mattina.
Ci siamo conosciuti in chat, sconvolti le proprie esistenze, ha 18 anni meno di me...meglio..alla Mannarino,
ha 18 anni + di mio figlio!!.
E' laureata..educatrice il suo mestiere.
Mi trova bello..gli ho detto che deve andare dall'oculista..la vista ti è peggiorata di brutto:-)
Anche la mia ex moglie ha fatto l'educatrice ai Martinitt...
arrivo dopo.
 Ci sono altre donne che hanno lasciato una traccia dentro.
Lina, Line, sono due e tutte importanti.
Lina Arenisa,  l'ho tradita parecchie volte..meglio..stavo anche con altre.. epoca libertaria.
Gli ormoni volavano alto. Mi ha beccato a letto con una modella, mi hanno lasciato entrambe!!...
scusate...
Antonella..Antonella la tua storia meriterebbe un libro.
Mariella ..anche qui  ne sono due..agli opposti estremismi..una industriale, poco buttana, per niente socialdemocratica...
altra comunista e oltre...entrambi in semi-libertà. quasi liberi..quasi.
Anche a te, Maria, chiedo scusa.
Un figlio bisogna volerlo con la testa.
Lina... ero talmente innamorato... era molto bella, x due volte mi ha chiesto il da fare..non ero pronto..avevo altre cose x la capa..no.
Arriva il fine-pena maggio'92. Si cambia, è crollato il muro di Berlino, con esso tante certezze.
 Anche qui un video..la colonna sonora del matrimonio..ci ha accolti con questa canzone Vittorio De Paola
col suo gruppo folk.

Se per Antonella ci vorrebbe un libro..per Anita non basta la... 3 cani!!
ho, però una lettera scritta tanto tempo fa. Fatica da cani!!


Confessioni di un Malandrino

Quando “collaboravo” con Bertolino, usavo iniziare i miei scritti, le mie “fesserie” le chiamavo, con un motivetto di qualche canzone…usanza che mi porto volentieri ancora adesso.
Infatti il titolo è preso in prestito da una canzone di A. Branduardi.  Mi piaceva anche  LIBERAZIONE come titolo!!
In questi anni la domanda che mi sono posto spesso è: che ci faccio qui!?
Voglia di notorietà!?…assolutamente no è la risposta.
Voglia di raccattare qualche euro con la pubblicità..neanche x sogno…
Allora xchè 6 finito in/nella rete!? ..bella domanda..è come chiedere a quelli della legione straniera il perché sono lì..ognuno avrà le sue motivazioni…soldi....cuori infranti..fuggire da qualcosa/qualcuno.. ecc.
Io volevo/dovevo capire il mio capire…
Quando, facendo un giro fra i siti, trovo http://antipatix.investireoggi.it/
che fa l’analisi psicologica dei vari tipi di grafici...sono rimasto colpito dalla sua sensibilità/intelligenza...in poche righe ha capito la mia conflittualità....sbagliando però l’obbiettivo..
il mio nemico, caro anty, non è il mercato, guai a me se considero nemico il mercato…
sputare nel piatto dove si mangia non è educato!!
ma peggio…molto peggio… la mia battaglia è contro un virus … che si è  installato nel mio cervello, si è formato dopo che la persona amata mi ha “regalato” queste parole scritte…quindi pensate, meditate:
…..A me con questo gesto mi hai ferita nel più profondo del cuore, forse solo con  la morte l’onestà non si potrà mai incontrare con la vigliaccheria di esistere…..
Dico 1000 volte merda  xchè  tu  Gori Capano sei il padre di mio figlio e in quanto tale stavolta hai toccato la punta  più alta del mio orgoglio, la parte più  profonda del mio essere donna, madre, amica , sorella.
Qual è questo gesto tanto offensivo!??  Cosa avrò fatto di tanto dannoso!?
Se state pensando ad Una strage … la risposta è  no.
Alla distruzione della sua famiglia..siete sempre fuori pista.
Cosa c’è di tanto grave da ferire così profondamente una donna!?…
non scervellatevi… vi do la soluzione…
La mia “colpa” gravissima è stata di aver visto il suo ex dopo 20 anni, e averlo perfino invitato a pranzo…offesa imperdonabile, onta da lavare con il sangue!!.. Da sottolineare che era ed è anche amico mio!!!
La domanda nasce spontanea..questa donna con chi ha la relazione mentale!??
al tradimento fisico se ne può fare una ragione…
ma il tradimento mentale è qualcosa di subdolo..si nasconde fra le pieghe della mente..e quando esplode fa danni irreversibili!! Altro che onda C!!!
M’interesserebbe sapere il vostro parere…..

Quando ero “vincente” non le andava bene nulla…“6 un Berlusconi di merda” una delle offese..
x chi mi conosce, sa il disprezzo che provo nei confronti del pianista da crociere…
Forse, se povero, le andrò bene…deve aver  pensato il mio inconscio…
e  così sono iniziate le perdite..agevolato anche dal crollo del mercato…tante perdite.. troppe…
andare a rovistare fra le pieghe della mente x capire …garantisco che non è una cosa ne facile ne semplice, anche perché in contemporanea mi sono successe altre cose.. a raccontarle ci vorrebbe un libro… la cosa ancora + dolorosa,  e dover ammettere a se stessi di essere geloso…morbosamente geloso…sentimento mai provato prima…o solo in forma “lieve”…
quando sento che il tale ha ucciso la propria compagna x gelosia….adesso capisco la loro risposta…
alla domanda xchè l’hai fatto??…x amore…perché l’amavo!!…
io sono arrivato a fare peggio..anziché allungare la spada virtuale verso di lei….in un altro disperato tentativo d’amore, di protezione,  l’ ho rivolta contro me stesso… contro il mio essere ricco.
Paradossalmente  è  lei che dovete ringraziare se permetto al mondo di leggere le mie “fesserie”.
Una donna ti può innalzare fino alle stelle….o ti può buttar giù fino alle stalle!!..
Meditate gente..meditate…diceva qualcuno sorseggiando un buon boccale di birra!!
Saluti


 chiudo con altro video.

Argomento chiuso?
Saluti e felicità 




P.S.sono tante le donne importanti...


















lunedì 27 novembre 2017

#mannarino#voltarelli





Caro amico ti scrivo..
comincia così una bellissima canzone di Lucio Dalla.
Io amico vostro non sono..non ci conosciamo...
x vostra fortuna...
sono pregiudicato:-)
anche se a Mannarino l'ho citato  in uno scritto che si chiama amici..
ho provato a contattare il suo staff..
sono interessanti..le faremo sapere..le abbiamo passate al capo.
Azz...il borgataro è diventato capo..
ti ho annoverato fra i miei amici..come de andrè, Troisi, Domenico 'nghaho!!
perchè hai scritto parole fantastiche..scendi giù bella..scendi giù..
il giudice penale si andò a pulire il culo in un confessionale...x me che vengo dalle patrie... è dolce musica.
Mi hai ricordato altro mito..De andrè...
con una tua canzone mi sono innamorato..me sò 'briacato di una donna quant'è bono l'odore della gonna.
ero 'mbriaco..completamente ubbriaco..e tu hai fatto la colonna sonora..complimenti.
Con i tuoi versi ho fatto il brindisi alla laurea del mio "piccolo", ingegnere aero spaziale 110 e lode.Complimenti.
se mai ci dovessimo incontrare...
meglio..come dici tu...
se mi vuoi vedere..anche a milano..quando vieni.
mi devi dare 250 euro..+ gli interessi..visto che lavoro in borsa...
quelli che ho speso io x vedere te!!..prima al fabriche..adesso all'arcimboldi:-)

Con Voltarelli abbiamo in comune la conoscenza del mitico..il Calabrese + conosciuto al mondo...
Otello Profazio..il mito..la leggenda
Lo accompagnavo in giro quando veniva al nord..ci sentiamo tuttora..con i suoi acciacchi.
Mi piace la musica popolare..mi piace Eugenio Bennato..brigante se more è stato il mio inno...
Lui si fa seguire..non segue..ha scritto 'u paisi di ciucci..carina.
mi spiace dirtelo Voltarelli..sei intelligente.
io sono intralligenti..intralligenti no..non abbiamo bisogno mai di nienti,
io faccio parte di questi genti..altra categoria

Bando alle ciancie.
Ho scritto queste parole x un mio compagno, compagno dello stesso gruppo politico..anni '70
nostro conterraneo, di Lamezia Terme,  merita bel altre sorti.
Almeno togliere le vie agli invasori e mettere questi nomi..
avevo proposto ai sindaci della calabria...ma parlo al vento.. parlo 'o ciucciu...parlo a twitter.
 Mi auguro che almeno Voi sapete chi è...visto che ho chiesto ai ragazzi e nessuno sa chi è...
la storia la scrivono sempre i vincitori

https://goricapano.blogspot.it/2017/05/sergio-adelchi-argada.html

Questo il commento della ex moglie:-)




                                         
                                                               

mercoledì 8 novembre 2017

Tommy





Tommy


Ti ho voluto vicino,
ma il nome l'ha scelto il destino.

Io non ti avrei messo nome di santo,
sono ateo, e mi vanto, non ho rimpianto.

Di fare il padre, non ho la competenza,
sarai tu a dare la sentenza.

Ho fatto quel che ho potuto, 
quello che mi è stato concesso...

chiedo le attenuanti al processo.

Dai sempre un saluto al tuo TIA,
è lui che ti indica la via.


La 'fesseria'  è finita,
Ti A uguro buona vita.

sabato 1 luglio 2017

Scacchi

                                                         SCACCHI


Venerdì 30 novembre 2007
 Colgo l’occasione x “immortalare” una partita di scacchi.
  
Alekhine, grandissimo campione degli anni ‘40,
viene invitato ad esibirsi in una partita “simultanea” e alla cieca. 
 Si trova di fronte, come avversari, 30 generali della Germania nazista,
scelti e selezionati ovviamente fra i migliori…
i generali con le guerre hanno dimestichezza.
Onorati e gratificati di essere di fronte a cotanto campione.
Dopo i convenevoli di rito, iniziano le partite…..

Durante lo svolgimento, il campione andava da un tavolo all’altro,
faceva la mossa, è tirava avanti.
In uno di questi tavoli, il generale di turno era sconsolato…
voleva abbandonare perché non vedeva risposte valide alla minaccia di matto. La posizione è quella in figura.

Il matto in H8 è imparabile…, dichiarò il generale.
Il campione allora, gli propose di invertire la scacchiera….
avrebbe preso lui i colori “perdenti”….
Gli dava tempo x pensare e continuò nel suo giro.
Al ritorno il generale esultò e ringraziando, girò la scacchiera….
Il campione, dopo una breve riflessione, fece la sua mossa …. T H4!!
Con lo sviluppo forzato: CxH4. Alekhine rispose con la forte Dc3!! 

tirò avanti x confrontarsi con gli altri rimasti ancora in pista.
Ritornato al tavolo del generale, lo sentì ancora dubbioso, non aveva ancora eseguito la mossa….

Era successo che il campione, non solo aveva parato il matto…
ma lo aveva minacciato a sua volta!!! Db2.
Il generale era affranto….abbandono…era stato il suo commento.
Il campione allora, gli propose di riprendere la “sua” posizione, 
cosa che avvenne… E con il bianco giocò DH8!!….
Seguì…RxH8 e Cg6, scacco di scoperta con matto imparabile!!!
Era riuscito a vincere la stessa partita 3 volte!!!!
Il tutto giocando in simultanea e alla cieca!!!
Bravo Alekhine…grande maestro.

Saluti e felicità.

giovedì 8 giugno 2017

L'incontro

Ogni tanto nu cuntariajiu ...

Il portafoglio 
 Un appuntamento galante è sempre un avvenimento importante.
 Abitava in viale Montenero,
l’orario era stato fissato x le 20,00 alla Coin di piazza 5 giornate.
 Arrivo sempre in anticipo agli appuntamenti,
 la considero una mancanza di rispetto farsi attendere…
Non la conoscevo ancora sotto questo aspetto…..altrimenti … 
Lei arriva “tranquillamente” alle 20.30…puntuale.
Ormai avevo perso la pazienza e la speranza..
chissà che gli sarà successo?
 Forse ho sbagliato il giorno? Pensavo….
 È tanto che aspetti!?…
Dalle 20 almeno…
E che non riuscivo a sistemare i capelli!!….
Va bene.
 Avevo adocchiato un localino lì vicino,
ci incamminiamo….
imbarazzati entrambi.
Non eravamo”fidanzati”…un bacio non fa promessa.
Non eravamo amici… non c’era la complicità tipica degli amici.
Non eravamo semplicemente.
Conoscenti per corrispondenza...questa è la definizione che più s’adatta.
 Il locale era “tipico” per la serata, luci soffuse, camerieri discreti, cibo all’altezza.
Si chiacchiera del più e del meno, distanti, non da innamorati,
 vederla e sentirla così freddina però..….
Avevo immaginato un altro approccio.
 Finita la cenetta, chiedo il conto.
 Lei chiede di fare “alla romana”…
rispondo che sono calabrese…
Il cameriere abituato a queste scene, me lo porta girato,
 in modo che Lei non lo può vedere,
116milalire…
carino…caruccio...
ma il cibo meritava… tiro fuori il portafoglio, pago.
Ci incamminiamo verso casa sua, poco distante.
 Maggio è un bel mese per stare “fuori”, invoglia alle uscite serali.
Di fronte al portone di casa sua c’è un pezzettino di verde con qualche panchina….
Proviamo a salire, “a fare gli innamorati”
ci sediamo su una panchina e continuiamo la trattativa.
Il punto verteva: se voleva che restavo a dormire da lei con i nessi e connessi…
oppure… Lei, dopo tanti no, s’inventa una formula…
 ti faccio salire ma…no…..non se ne fa nulla!!
Meglio, si spiega meglio, ti faccio dormire nel mio letto,
ma l’amore no, neanche se ne parla… Da amici…
Credevo e speravo che scherzava,
non avevo mai dormito nello stesso letto con una donna.. da amico!!
 Mentre ero preso da questa tragicomica situazione,
Sento qualcosa sotto i piedi ….
Che sarà mai!?…. un vecchio portafoglio….
neanche mi abbasso per prenderlo…
Sarà frutto di qualche scippo…ne vedevo tanti in altri giardini..
segno che anche lì andavano gli scippatori a spartirsi il bottino.
 Poi ci ripenso ..e se contiene documenti!?
Lo tiro su, la curiosità è una dote che mi appartiene….
Lo apro…. Ci sono carte….
 Intravedo anche dei soldi, li prendo e provo a contarli…
Quanto!?… 116milalire…
 non un soldo in più, o in meno
esattamente quanto il conto pagato al ristorante!!
 In più c’era una schedina del totocalcio già giocata….
 2 colonne, semplice, giocata minima.
Ancora una volta la mia buona stella aveva dato segno di vitalità.
Qualche amico penserà la mia solita botta di c..o!! 
Peccato che la domenica seguente, controllata la schedina,
e visto che non aveva vinto, l’ ho strappata….
quella era la mia assicurazione sulla vita.

venerdì 2 giugno 2017

La spigolatrice di Sapri



La spigolatrice di Sapri 



 "Eran trecento, eran giovani e forti e sono morti!
Me ne andavo una mattina a spigolare, quando ho visto una barca in mezzo al mare…"


Ogni volta che passo dalla stazione di Sapri
la mia mente torna a quell’episodio in 4° elementare.
Piriettu, era la ingiuria data al Prof, piccolo e tarchiato…
mai sposato, stava insieme a suo fratello, anche lui prof alle elementari…
cudujia storta, la ‘ngiuria. Il nome vero tuttora lo ignoro.
In quel periodo,  illo tempore,  c’era stata una novità a scuola, che aveva messo un po’ di brio nelle classi…
Era arrivata  una nuova supplente…giovane, carina e forestiera.
Tre qualità che ai “nostri” due scapoloni non gli sembrava vero.
Tirati a lucido di tutto punto, la mattina era il loro pensiero fisso.
Chi avrebbe scelto dei due?…se avrebbe scelto!!
Loro avevano il “diritto-dovere" di provarci!!
Quella mattina, come succedeva ormai da un po’ di tempo,
Piriettu scrive alla lavagna una poesia da copiare…
”La spigolatrice di Sapri”…poi dettate le condizioni ….
esce per “ronzare"...Parte la caccia.

"Guai  chi trovo fuori posto al mio ritorno,
Guai  chi fa casino…
Guai..
Guai..."
Appena messo il naso fuori dalla porta, comincia piano il brusio…
Poi sempre + forte….fino a diventare assordante…
casino totale.
Stranamente quella mattina non ero fra i protagonisti,
anzi, me ne stavo “tranquillo” a copiare la poesia…
ma il casino era tale che era impossibile.
Volava di tutto, quaderni...libri, oggetti vari…
Uno di questi mi colpisce sul collo…
a quel punto mi alzo per vedere da dove era arrivato,
urlo anch’io….
in quell’attimo fa ritorno il “conquistadores”…
tutti erano riusciti a tornare ai propri posti..
L’unico che si è attardato ero io che non avevo partecipato al casotto…
Capano…"Capano sempre tu a fare baccano!!
Porta la poesia che la correggiamo…
Sapri si scrive Maiuscolo…..alza la mano per la punizione"…
"Ma prof, io non c’entro", provo un minimo di autodifesa…
"Alza la mano ….così impari a stare al tuo posto"!!
"Ahi…ahi…".faceva male la lunga verga scagliata con forza sulla mano…
 Eran trecento è sono morti…..
"e si scrive con l’accento? …
allora sei stato proprio distratto!!..metti la mano in posizione"…
"Ma sig. maestro"…
"metti la mano altrimenti mi arrabbio"!!
"Ahi..ahi..che male…"la mano era diventata rosso fuoco…
e il peggio doveva ancora arrivare!!
Si va avanti così per un’oretta…entrambi esprimevamo rabbia
Io per non aver partecipato al caos…almeno accettavo la “punizione”,
Piriettu perché aveva preso il 2 di picche.
Tornando a casa ho dovuto nascondere la mano..
altrimenti i miei avrebbero capito…
e il loro commento sarebbe stato:
"te ne ha dati pochi…
il “resto” te lo diamo noi!!"
La legge del prof non ammetteva errori, anzi lo faceva per il nostro bene!!
Negli anni passati, quando tornavo al paese, vederlo mi evocava ancora rabbia…ormai mista a compassione.

martedì 30 maggio 2017

Olive

Il primo furto non si scorda mai 


 Nel periodo fra novembre e marzo l'attività prevalente del paese era, e lo è tuttora, la raccolta delle olive; oggi la forma è diversa, ci sono le reti che suppliscono alla raccolta a mano come si faceva ai miei tempi.
Fin dalla tenera età  si veniva coinvolti in questa attività a cui partecipava tutta la famiglia;
era una delle fonti di sostentamento, ore ed ore con la schiena curva a raccogliere le olive una per una. S'iniziava la mattina presto, spesso alle prime luci dell'alba, per terminare appena iniziava a fare buio;
questo avveniva nei giorni in cui noi bambini non si andava a scuola, altrimenti era la nostra attività pomeridiana … altro che compiti scolastici! La stagione terminava tra febbraio e marzo.
C'era l'usanza che, dopo aver portato alla macina l'ultimo carico di olive, il terreno di quel contadino veniva dichiarato "libero", cioè chiunque poteva andare a raccogliere le poche olive che ancora la pianta regalava. Per noi bambini quella era la parte migliore della stagione; ci veniva data la possibilità di guadagnare qualche soldino andando a raccogliere queste olive libere vendendole a dei bottegai che a loro volta le rivendevano ai grossisti. La raccolta delle olive era anche l'attività principale delle donne in quella stagione;
esse venivano arruolate dai caporali, uomini di fiducia dei latifondisti,
e portate sul posto a raccogliere le olive per l'intera giornata;
le olive venivano raccolte nei panieri che, appena pieni, li svuotavano in dei sacchi di juta posti a 50-100 metri. Spesso si andava in gruppo a fare u litruzzu, ci si faceva compagnia reciprocamente.
Se capitava, si faceva incursione in territori non ancora liberi, e quindi pieni di olive,
ma questo era un rischio...oltre che un furto.
Uno di quei pomeriggi eravamo in giro per le campagne, intenti alla nostra attività,
quando ci troviamo vicino al terreno di uno di questi latifondi; non era tardi,
tant'è che ancora c'erano le donne raccoglitrici; solitamente ci si allontanava in fretta da quei posti perché c'era il "guardiano" ma quella volta no…
anzi, ci nascondemmo dietro ad un albero e notammo che si era creata una certa distanza fra il posto dove era tenuto il sacco pieno d'olive e le donne;
il guardiano non c'era, "forse imboscato con qualcuna di loro", fatto sta che ci balena l'idea...
perché non andare a riempirlo dal sacco il nostro piccolo panaro ( paniere)!?
 Detto fatto, ci avviciniamo guatti guatti e oplà... in meno di un attimo il nostro contenitore era pieno!!
Via di corsa, consapevoli di aver fatto una azione trasgressiva ma remunerativa,
si va subito dal negoziante a incassare i soldini.
L'indomani, ancora euforici per l'impresa riuscita, si decide di riprovare,
appuntamento al primo pomeriggio e via... riusciamo a fare il giochino per tre volte di seguito.
La negoziante, Parma i frittulara dall'alto della sua esperienza, sapeva del tempo che ci si impiegava a raccogliere un paniere di olive, così già alla seconda volta, vista la nostra rapidità, si è insospettita, e pensando che li rubavamo ai nostri genitori decise di avvertirli;
questa era anche una forma rispetto oltre che di controllo.
Mia madre non ha avuto dubbi su quanto raccontato dalla commerciante e imbestialita
per il gesto oltre che per il danno, presunto, subito mi viene ad acciuffare dandomi subito una manica di botte, u riestu a casa; il resto delle botte me li conservava per quando eravamo a casa;
abbozzo una difesa verbale dicendole che le avevo raccolte nei campi;
ma tra la parola di un bambino e la testimonianza della commerciante, la bilancia era tutta a favore suo.
Del resto confessare la verità significava aggravare la situazione, si trattava sempre di un furto, ...
mi trovavo fra l'incudine e il martello.
Le botte che mi diede la sera, prima di cena, furono davvero tante,
ma dentro di me sapevo che la causa era infondata; il silenzio a volte parla più delle parole...
non riuscì a mangiare nulla e rosso dai lividi me ne andai a letto, tutto accalorato per le botte prese.
Si confessa solo l'evidente, non il presumibile...da adulto ho riso tanto per l'episodio con mia madre.


Il primo litruzzo non si scorda mai

venerdì 26 maggio 2017

Gallo

Questo racconto spiega la frase..eru spensieratu nta la bara... del post mentu testa Entrambi li avevo pubblicati sul sito comunedidasa.it


IL GALLO Mia madre mi ha spesso raccontato che io ho tutto il suo sangue, sangue latinno, in virtù di una trasfusione che mi è stata praticata all'età di 9 mesi. Non ricordo nulla ovviamente, ma, tuttora ne porto il segno. E' successo che in quella epoca, siamo nel '56, la mortalità infantile era altissima, si moriva per malattie che oggi si curano tranquillamente con una pillola; insomma ero sul punto di morte anzi avevano già allestito la piccola bara, il dottore aveva detto che non c'era più niente da fare, ero spacciato, avevo il sangue infetto, e quasi per consolare Mia Madre, Inzitari, questo il suo nome, le dice che si poteva tentare una trasfusione, ma le probabilità di sopravvivenza erano ridotte al lumicino, che non ne valeva la pena di tentare, insomma ero più di là che di qua. Mia madre, cuore generoso, non si è arresa, ed ha voluto tentare comunque, nonostante il dottore continuava a sconsigliarla, e così si è proceduto alla trasfusione. Dopo, il dottore Le dice che se riuscivo a superare le 36 - 48 ore c'era qualche possibilità di sopravvivenza, ma conveniva comunque preparare la bara. Nella casa del dottore, cominciano a passare le prime ore, i parenti s’alternavano, le notizie si bisbigliavano, fra alternarsi di pianti, disperazione e qualche parola di speranza; fatto sta che respirando a fatica, riesco a passare il periodo critico, comincio, molto lentamente, a muovermi, a dare segni di vita, insomma sono ancora qui a raccontarla. Passati alcuni giorni e ormai invertita la tendenza della morte con la vita, i Miei, per ringraziare il Dottore per la riuscita dell’operazione, decidono di fargli un regalo.”Sdebitarsi” col dottori poi...pagare in natura...vista la scarsità di moneta. Avevano in campagna un piccolo allevamento di pollame dove ci sono galline i galli non mancano... uno in particolare... era maestoso adatto all'occasione. Mi raccontava mia Madre che aveva un modo di fare il chichirichì davvero superbo, maestoso, così, dopo molte discussioni se dovevano portarlo vivo oppure morto, optano per portarlo vivo, è più gradito pensano... e così la mattina successiva al ritorno dalla campagna, dimessi gli abiti da lavoro e indossati quelli della domenica, s’incamminano verso la casa del dottore con il gallo in mano; iI dottore era occupato con altri pazienti, ma saputo di che si trattava dalla servente, è sceso, e chiedendo notizie del “redivivo” ha fatto lasciare il gallo alla donna di servizio; ringraziato ancora per quanto aveva fatto per me, i Miei se ne ritornano a casa contenti e soddisfatti. Nel pollaio le galline certamente sentivano la mancanza del "capo" di quel suo canto altisonante, ma come si fa a spiegare loro che era stato sacrificato per una causa nobile!?? La sera mentre si accingevano a cenare, mia madre sente un rumore provenire dalle scale e allarmata, chiama mio padre, pensando a qualche intruso, così piano ed in silenzio, scendono insieme nel “catuajiu” una specie di ripostiglio dove c’era di tutto, dal vino alle olive, alla legna, finanche le galline, ciascuno nel proprio spazio, accendono la luce e...con grande sorpresa vedono lì in mezzo un intruso... ma con fare famigliare.... Era il GALLO!!! , il "loro" gallo, bello, maestoso, sembrava il ritorno del guerriero. Come mai è ancora qui? Si chiedono preoccupati, come sarà arrivato? chi l’ ha portato? e soprattutto, adesso che fare? Riportarlo indietro è stato il loro primo pensiero, il dottore lo meritava, anche se in tutta onestà, non aveva certo bisogno del loro gallo, onesti come erano fino all'inverosimile; poi mia madre da buona pragmatica e fatalista, dice che se era tornato, era segno che il destino aveva deciso così, e che quindi doveva rimanere lì, ma nessuno lo doveva vedere, per non sembrare uno sgarbo nei confronti del Dottore, quindi la sofferta decisione: lo si teneva lì ancora per quella notte, essendo ormai tardi, ma all'indomani, alle prime luci dell’alba al maestoso gallo si sarebbe fatta la festa. Questo episodio, raccontatomi spesso nel corso degli anni, mi ha sempre fatto pensare di essere fortunato e di avere la sensazione di poter/dover vivere a lungo. mi dico sempre, se dovevo morire presto, quale meglio occasione di quella?
c'era già la bara pronta.

martedì 16 maggio 2017

Sogno avverato

Sogno avverato



In TIA dico...ti palesasti...nto sognu avveratu...




racconto la storia, u cuntariajiu:



Mia madre, giunta all' età di 43 anni,

si preparava per quella fase della vita che va sotto il nome di menopausa, e per regolarizzare questo processo, era andata dal suo medico curante che gli aveva prescritto una cura a base di ormoni... mentre effettuava questa cura,
una notte fa un sogno…
vede delle donne vestite di nero che salgono in una casa, segno evidente di un lutto.  Lei, donna di doveri,  decide di seguirle, e giunta dentro questa casa, chiede chi è morto, a chi deve fare le condoglianze, chi erano i “dolenti”
visto che non c'era nessuna bara... 
una donna alta magra, vestita di nero, si gira stizzita  e gli dice: a te.
a me? risponde lei imbarazzata, o focu miu,
si, proprio a te…sei incinta di una figlia femmina e la stai uccidendo...
A questo punto si sveglia di soprassalto, sveglia mio padre e gli racconta il sogno appena fatto.
Lui reagisce male, scettico come era, anzi la rimprovera perché lo ha svegliato per un sogno, e poi  fra poche ore dovevano alzarsi per andare a lavorare in campagna.
Lei, si alza e la prima cosa che fa, è prendere le medicine e buttarle nella spazzatura....va da sua madre e gli racconta il sogno...Sua madre gli consiglia di stare zitta, altrimenti la prendono per pazza in paese,
vista l'età che ha... Quando viene chiamata per fare la solita puntura di ormoni, rifiuta decisa.
Vivendolo come peccato, va a confessarlo al prete, che invece la rassicura.... sarà il bastone della vecchiaia, Le dice...
qualche mese dopo va all'ospedale, fa le analisi e gli confermano che è incinta...incinta di una femminuccia. 
quando poi è venuta alla luce la bambina, le infermiere la portano in giro per il reparto a mo' di trofeo... dicendo...guardate quanto è bella la figlia della vecchia.
oggi è quasi normale partorire avendo superato i quaranta, ma allora era eccezionale… straordinario e per niente scontato l'esito.

Morale



mi ritrovo una sorella,  figlia di un sogno...strano ma vero.

martedì 9 maggio 2017

Cristina

 

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Cristina era una mia coetanea, eravamo piccoli entrambi, penso che corresse l’anno 1967. Lei era di famiglia molto numerosa, credo che fosse la decima di tredici figli. Erano tempi, quelli, in cui ai genitori si usava dare del Voi nei paesi, segno di timore - ma anche di rispetto. Bel visino, carina, vispa; la conoscevo perché, oltre ad essere molto amico di uno dei suoi numerosi fratelli, abitavamo nella stessa ruga (nella stessa zona); ogni tanto andavo a trovarli, con qualche scusa, nella loro modesta casa popolare. Era la prima volta che sentivo il cuore cominciare a mandare messaggi, a palpitare. Mi piaceva Cristina. Quel pomeriggio il suo compito non era quello di fare i compiti, come si conviene ad una ragazzina di scuola elementare; in primis c’era quello di aiutare a mandare avanti la baracca: 13 bocche da sfamare tutti i giorni è dura per chiunque, per una famiglia povera è un’impresa ardua. Il suo compito quel pomeriggio era di andare in campagna a fare i lavori che in quella stagione necessitavano. Sua madre decise di dirottarla al fiume a lavare i panni che la famiglia aveva accumulato, ritenendolo, evidentemente, più urgente dei lavori in campagna; la lavatrice ancora era da venire nei paesini del sud Italia. Obbediente al volere materno, si carica sulla piccola testa il recipiente con dentro i panni e s’avvia verso il fiume, cosa che aveva fatto già tante altre volte; non era di certo semplice la vita per i ragazzini in quell’epoca. Arrivata a destinazione saluta le altre donne e inizia il lavoro. Il fiume scendeva direttamente dalla montagna e attraversava tutto l’abitato. Spesso ci si trovava a giocare e a bere di quell’acqua, ma consci che poteva essere ormai sporca, recitavamo una filastrocca per depurarla: “acqua sottacqua, l’angelo mbivi u diavolu sciatta”, e così - nella nostra fantasia - l’acqua, come d’incanto, si trasformava in acqua benedetta…. beata fanciullezza! Il fiume era una fonte di sostentamento per molta gente; con la sua acqua si poteva far andare avanti il mulino, il frantoio; spesso i paesi nascevano appositamente intorno ai fiumi. Così alle spalle delle donne che lavavano i panni vi era una struttura ormai fatiscente fatta di briesti (un miscuglio di terra, paglia e fango): era un frantoio ancora funzionante. Alcuni dicevano che andava chiuso o almeno ristrutturato, ma, ci sono sempre dei ma… finché, quel maledetto giorno, la struttura cede. Crolla, con tutto il suo pulviscolo marrone, e chi va a beccare? Fra tanta gente, su chi si accanisce la sorte? Su Cristina, la più piccola fra le presenti, Lei resta sotto il muro. Altre donne lì vicino, subiscono qualche escoriazione. Lei no, il destino crudele le aveva riservato quella ingrata sorte: morire a 8 anni! Poi, a tragedia avvenuta, tutti quanti dicevano che la struttura era fatiscente, che doveva essere chiusa. Intanto Lei ha terminato il suo percorso di vita senza averla neanche assaporata. Che brutta fine per quell’angelo immacolato. La disperazione della madre è stata qualcosa di tragico; si colpevolizzava perché era stata Lei a dirottarla al fiume. Qualcuno, per consolarla, diceva che: quando il destino arriva non c’è niente da fare e che se fosse andata in campagna, chissà, un serpente che pure c’erano, forse l’avrebbe avvelenata… forse… intanto Lei non c’è più. È stato il mio primo contatto con la morte. Dopo questo episodio ho sentito molta gente parlare di fortuna e destino; dicono che ognuno di noi ne ha uno già assegnato, e che quando arriva il momento, ci trova ovunque noi siamo, non c’è nulla da fare… forse, sarà anche così, con molti se e dei ma. In questo caso mi sembrava essere stato più incuria dell’uomo che volontà divinatoria. 
Milano, 6 aprile 2006

 Gori Capano
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Le storie hanno il potere di lasciare un segno, di farci riflettere, di accompagnarci in un viaggio che va oltre le pagine. In cammino con T...